Agenzia nr. 1076 – I lavori della V Commissione

 
ANNO XXI
Numero 1076
17/06/2024
Pubblicato in Bari

Direttore Responsabile: Laura Sutto
Redazione: Via Capruzzi, 204 – 70124 Bari – Tel 080.540.23.66 – Fax 080.541.40.64
Posta Elettronica: ufficiostampa@consiglio.puglia.it – Sito Web: http://www.consiglio.puglia.it

Iscritto al Registro Pubblico della Stampa del Tribunale di Bari in data 25/02/2003


I lavori della V Commissione

Giornata di audizioni nella commissione presieduta da Michele Mazzarano. All’ordine del giorno la mancata attuazione da parte dei Comuni dei piani delle coste, l’ampliamento per sopralzo della discarica di Manduriambiente spa e le emissioni di benzene a Taranto, in zona Tamburi.

Piani comunali delle coste
L’estremo ritardo nella predisposizione dei piani comunali delle coste lascia pensare, a circa 10 anni dall’approvazione della legge 17 del 2015 ”Disciplina della tutela e dell’uso della costà”, che la legge vada rivista come va rivisto il piano regionale delle coste. E’ questa, in sintesi, la posizione assunta dal consigliere di Con, Stefano Lacatena che, insieme al rappresentante dei 5 stelle Marco Galante ha  richiesto l’audizione del dirigente della Sezione Demanio e Patrimonio e del dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali  oltre a un rappresentante di Anci Puglia per conoscere Io stato di attuazione della legge , sapere quanti e quali Comuni hanno approvato il Piano Comunale delle Coste, quali e quanti comuni hanno avviato la procedura prevista per la formazione dei Pcc e lo stato di avanzamento della stessa e quali criticità stiano riscontrando i comuni nell’applicazione della legge.
Sull’ultimo punto relativo alle difficoltà ravvisate dai comuni non c’è ancora alcuna risposta per l’assenza del rappresentante dell’Anci. 
La legge sulla tutela della costa si incrocia necessariamente con le conseguenze della direttiva Bolkestein e l’attuale incertezza in tema di concessioni demaniali. Un’incertezza che è stata confermata in audizione dal direttore di dipartimento Bilancio Angelosante Albanese e che lascia anche la Regione in uno stato di attesa rispetto ad eventuali disposizioni da parte del governo centrale.
Sullo stato di attuazione della legge, ad una prima panoramica offerta dalla dirigente della sezione Demanio costiero Costanza Moreo, risulta che solo otto comuni hanno approvato il Pcc, Ugento è in fase di approvazione definitiva e dovrebbe concludere il procedimento entro fine mese, e si sono altri tre comuni per i quali è in fase di approvazione. Sono invece 25 i comuni che hanno adottato una bozza di piano mentre per 14 si è in fase di presa d’atto. Circa una ventina quelli che avevano bozze ormai superate e che, sebbene sollecitati, non hanno fornito alcun riscontro. 
Inoltre sono stati, dal 2019, 25 i comuni commissariati per la redazione dei piani. Tutti i commissari avevano 180 giorni per redigere i piani, ma in nessun caso si è raggiunto il risultato. Nella maggior parte dei casi, ha riferito la dirigente Moreo, per la resistenza delle amministrazioni all’intervento da parte dei commissari. 
La necessità di ascoltare la voce dei comuni per il tramite dell’Anci ha fatto ritenere utile un aggiornamento sul tema.

Ampliamento Manduriambiente
La nuova audizione sull’ampliamento per sopralzo della discarica di Manduria si è resa necessaria per ascoltare, sempre su richiesta del consigliere Massimiliano Di Cuia, (FI) l’Arpa Puglia, che in occasione della conferenza dei servizi decisoria preliminare alla concessione del Paur (provvedimento unico autorizzativo) ha espresso parere tecnico negativo, come l’Asl e il Comune di Manduria. 
In audizione l’Arpa, per la quale erano presenti il direttore generale, Vito Bruno, il direttore scientifico Vincenzo Campanaro e il direttore del Dap Taranto Vittorio Esposito, ha sostanzialmente confermato il parere negativo, a maggior ragione dopo aver approfondito gli aspetti relativi alle emissioni odorigene, che il 31 gennaio non erano stati conclusi e che successivamente si sono rivelati non soddisfacenti. 
Da quanto emerso in questa seduta, se è vero che l’Ispra, intervenuta su denuncia da parte dei cittadini,si è recentemente espressa affermando che non vi è rischio ambientale, è anche vero che “il rischio ambientale considerato da Ispra è limitato alle previsioni dell’articolo 300 del codice dell’ambiente, ossia registra l’assenza di impatti su zone tutelate”, ha spiegato Esposito, e che, nelle prescrizioni degli ultimi paragrafi del parere vi sono prescrizioni stringenti ravvisando la fragilità del corpo idrico già sollecitato dalla presenza di numerosi altri impianti nella zona.
“Elementi – ha evidenziato Mazzarano – che non possono non essere sottoposti all’attenzione politica dell’assessore e della giunta e che meritano di essere approfonditi”. 
Una posizione sulla quale si sono ritrovati anche Galante e di Cuia affiancati dal consigliere Antonio Paolo Scalera: il Tarantino ha già pagato troppo. L’ampliamento della discarica – già il secondo –  non deve essere autorizzato.

Emissioni di benzene nell’area industriale di Taranto
Il tema delle emissioni di benzene in zona Tamburi a Taranto è tornato in commissione per approfondire, come ha chiesto il presidente Mazzarano, promotore dell’audizione, le cause dell’incremento progressivo degli sforamenti non dei limiti consentiti per legge (media annuale nella misura di cinque micro grammi a metro cubo), ma di quel parametro che l’Arpa Puglia ha valutato essere la soglia per un possibile o probabile danno sanitario. Come già evidenziato in altra seduta dal direttore scientifico di Arpa, Vicenzo Campanaro, tale valore è stato individuato, con il contributo di Aress, in un limite posto dell’agenzia di protezione dell’ambiente dello Stato della California che indica in una media oraria di 27 micro grammi a metro cubo il valore critico e potenzialmente dannoso. Tale valore è stato superato nel 2023 per 155 volte. Oggi si è appreso che negli ultimi mesi gli sforamenti sono diminuiti, per varie circostanze. Innanzitutto il livello quasi azzerato della produzione, in secondo luogo l’avvio di attività di manutenzione che non si era vista negli ultimi anni, e infine – me non meno importante – l’avvio del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale. 
Riguardo alle cause dei livelli elevati di benzene nell’aria, Campanaro ha riferito che gli studi condotti, anche con gascromatografi portatili, hanno evidenziato come la maggior parte delle emissioni sia attribuibile all’ex-Ilva. Come noto, per lo più alle cokerie. Ma gli approfondimenti scientifici hanno anche accertato una rilevante incidenza dell’area sottoprodotti, che sarà oggetto di un focus specifico. A questi fattori si aggiunge la disattivazione ormai atavica della denaftalizzazione, che – a parere dell’Arpa –se in funzione apporterebbe indiscussi benefici. 
L’attenzione è ovviamente puntata sul procedimento Aia. L’assessore all’Ambiente Serena Triggiani ha annunciato la richiesta aggiuntiva, da parte del dipartimento, di una valutazione di impatto sanitario.  Vis che, nonostante una prima resistenza, è stata prodotta ma non ancora studiata. Ad un primo approccio la Vis evidenzierebbe – ha detto Monica Bevere del dipartimento Ambiente – i fattori di rischio risiedono più che negli impatti dovuti alla attività produttiva nelle “cattive abitudini della popolazione tarantina”. 
 

ARTICOLI RECENTI
Video