PREMIO FELTRINELLI 2024 A DUE DOCENTI DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA


PREMIO FELTRINELLI 2024 A DUE DOCENTI

DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA

A Lorenzo Renzi e Lucio Biasiori il prestigioso riconoscimento oggi a Roma

 

Si è svolta oggi all’Accademia dei Lincei a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cerimonia di consegna dei premi Feltrinelli 2024.

I premi Feltrinelli, per prestigio e consistenza economica, sono tra i più ambiti a livello internazionale e sono noti anche come “i Nobel italiani”.

 

Insigniti del prestigioso riconoscimento anche due docenti dell’Università di Padova: Lorenzo Renzi, Premio Nazionale Presidente della Repubblica destinato ad opere o scoperte concernenti le discipline comprese nella Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche; Lucio Biasiori, Premio «Antonio Feltrinelli giovani» per le Storia e Geografia.

Oltre al presidente Mattarella, al conferimento dei premi erano presenti il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera, il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

 

Lorenzo Renzi, nato a Vicenza nel 1939, ha insegnato Filologia Romanza all'Università di Padova fino al 2009, dove ha tenuto anche corsi di Lingua e letteratura romena e di Teoria e storia della retorica. È accademico della Crusca e diversi suoi studi sono stati raccolti nell’opera Le piccole strutture. Linguistica, poetica, letteratura (Il Mulino, 2008).

 

«L’assegnazione del Premio del Presidente della Repubblica ai Lincei mi spinge a guardare indietro agli anni dei miei inizi di studioso e di docente – commenta il prof Renzi -. Prima ragazzino studioso, amante della scuola, dalle elementari, frequentate a Vicenza tra le macerie dei bombardamenti, in poi. Poi studioso scholar, a Padova, allievo del grande Gianfranco Folena, ma anche del geniale Alexandru Niculescu, che vive ancora, molto anziano, a Parigi. Divento io stesso presto autore di tanti libri e articoli, curatore di due grandi grammatiche, una dell’italiano antico (poche lingue ne hanno una!) e una dell’italiano moderno. Sono stato romanista, ho indagato cioè molte lingue derivate dal latino e un po’ anche le loro letterature. Ho avuto dei bravi allievi, alcuni dei quali continuano sì la mia opera, ma innovando temi e metodi di ricerca come deve fare ogni allievo che provi, come è giusto, a superare il maestro. Avanti!».

 

Lucio Biasiori, nato a Trento nel 1984 e cresciuto in un piccolo paese di montagna, come ama ricordare, dopo la laurea a Trento, si trasferisce a Pisa per frequentare la Scuola Normale Superiore, dove si appassiona di storia del Cinquecento. Ha collaborato con diverse istituzioni italiane e straniere tra cui il Warburg Institute di Londra, l’Enciclopedia Treccani, l’Accademia dei Lincei, che gli ha conferito il premio “Edoardo Ruffini”, dal 2019 è docente di Storia moderna all’Università di Padova.

 

«Il conferimento del 'Premio Feltrinelli giovani' da parte dell'Accademia dei Lincei mi onora dal punto di vista personale, perché si tratta di un riconoscimento importante, ma è anche il segno che i temi di ricerca di cui mi sono occupato fin qui, durante i miei anni di studio e ora nella mia attività di docente, sono ancora al centro degli interessi della comunità scientifica ed è questo ciò che più conta – dice il prof Biasiori -. Finora ho lavorato soprattutto sulla storia religiosa e culturale del Cinquecento. Oltre a interessarmi di Machiavelli e della sua ricezione, mi sono occupato anche delle conseguenze che ebbe l'attività dell'Inquisizione sul profilo religioso dell'Italia, costringendo da un lato chi non si riconosceva nel cattolicesimo a prendere la via dell'emigrazione (la mia tesi di laurea, che poi è diventata il mio primo libro, era su uno di questi esuli) e dall'altro lato modificando le idee di chi invece era rimasto in patria. Nel mio ultimo libro, Rinascimento sotterraneo, ho studiato proprio questo, con riferimento particolare alla Firenze cinquecentesca.»

 

 

I premi nascono nel 1942 da un lascito dall’imprenditore e artista Antonio Feltrinelli con lo scopo di

premiare chi, in Italia e nel mondo, aveva saputo illustrare le scienze e le arti. Vennero distinti cinque ambiti disciplinari: Scienze storiche e morali, Scienze fisiche, matematiche e naturali, Lettere, Arti,

Medicina. Nel corso degli anni il premio è stato assegnato ai maggiori esponenti della cultura scientifica e umanistica italiana e internazionale.

La consegna dei premi Feltrinelli ha coinciso anche quest’anno con la chiusura dell’Anno Accademico 2023-2024 che prevede, oltre alla relazione del presidente dell’accademia Antonelli, la conferenza del prof. Bunn, premio Feltrinelli per la Medicina, e le presentazioni di altri due premiati: Medici con l’Africa CUAMM e il Comitato Territoriale Bassa Romagna della Croce Rossa Italiana.

 

LE MOTIVAZIONI

 

LORENZO RENZI

La sua figura risalta nel panorama italiano e internazionale della Romanistica per la vastità e la ricchezza dei suoi interessi. Si è infatti occupato a fondo di temi letterari e linguistici di ambito romanzo medievale, a partire dalla precoce monografia dedicata al romanziere Gautier d’Arras, a giusto titolo indicato come antesignano della corrente “realista” del romanzo antico-francese (Tradizione cortese e realismo in Gautier d’Arras, 1964), e, in ambito più propriamente storico-linguistico, da innovative indagini sul cosiddetto franco-veneto – o franco-italiano – e sulla tipologia dei rapporti che, nel Veneto medievale, l’idioma locale istituì con le due grandi lingue di cultura gallo-romanze, il francese e il provenzale (importanti i saggi sulla lingua dell’Entrée d’Espagne e sulla cosiddetta “canzone dei desideri” marciana). Fin da subito ha iniziato a sviluppare i due principali filoni di ricerca che definiranno stabilmente il suo profilo di studioso. Da un lato, l’interesse per la cultura rumena, sviluppato nella prospettiva letteraria, tanto “alta” quanto – anzi soprattutto – folklorico-tradizionale (da ricordare le sue indagini sui canti narrativi tradizionali romeni, a partire dall’edizione-studio del 1968) e, insieme, nella prospettiva di un idioma che spicca per le sue specificità nel panorama delle lingue romanze e per i suoi contatti/contrasti strutturali con le lingue slavo-balcaniche. D’altro lato, la marcata attenzione per gli sviluppi della linguistica post-strutturalistica e, in particolare, generativo-trasformazionale, senza però mai dimenticare la concretezza dell’approccio alla realtà sociolinguistica del parlato.

 

LUCIO BIASIORI

Ha principalmente studiato l'età moderna, con particolare riferimento alla storia culturale religiosa e politica dell'Europa del XV1 secolo, considerata in una prospettiva interdisciplinare e transculturale. Dopo una prima fase dedicata alla storia medievale, le sue ricerche si sono volte all'età moderna in vari contributi, studiando la Compagnia di Gesù nei rapporti con le congregazioni dedicate alla censura e, nello specifico, la trasformazione del libro di esse fondativo, gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola da fondamentale esperienza di vita del fondatore a testo di perfezionamento spirituale per i membri e per i laici. Da queste ricerche la sua indagine si è volta allo studio della galassia degli esuli italiani, dopo il 1452 in tutta Europa per motivi religiosi rifugiatisi. Impegnativa e produttiva, la sua partecipazione al progetto di ricerca della Fondazione Internazionale Premio Balzan Comparing Religions (2012-2017), volto a studiare la nascita, nell'età moderna, della comparazione tra religioni. Per questa partecipazione si è impegnato nella esplorazione della dimensione transculturale della riflessione degli eretici italiani sulla religione, con particolare riferimento alla salvezza dei popoli indigeni. Particolarmente importanti gli studi sul Machiavelli, indagato nella originale prospettiva di autore che recepiva ed estendeva il mondo in crescente trasformazione e interconnessione tra Quattro e Cinquecento. Altro importante tema di ricerca è costituito dalla partecipazione del “popolo minuto” al moto di critica nei confronti della Chiesa cattolica in seguito alla Riforma.

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