Giugno 2024
Carissimi, durante il mese di giugno è successo qualcosa di straordinario, nel senso etimologico del termine: “fuori da ciò che è ordinario”. Da un lato potremmo dire “purtroppo”, perché riuscire a far arrivare in Italia due bambini adottati, per unirli ai loro genitori che da anni li aspettano, dovrebbe essere una cosa ordinaria, normale, che avviene con frequenza, quasi da abituarcisi… Ma sappiamo che non è così. Ma lo “straordinario” non si limita a questo. Straordinaria è stata anche l’operazione in sé (potete leggerne i dettali nel primo link delle news che riportiamo, sotto): perché i bambini, fratello e sorella, sono arrivati insieme ad altri 8 da Haiti, Paese sconvolto da violenze e povertà che hanno minato fino all’ultimo la possibilità stessa di far uscire in sicurezza i bambini dal Paese. Poco se ne parla, di ciò che succede in quello spicchio di terra martoriato da decenni tanto dall’uomo con le sue follie quanto dalla natura con le sue catastrofi, e poco si è parlato anche di questi bambini. In fondo, non sarebbe stato troppo complicato girarsi dall’altra parte e far finta di non vedere o, al massimo, dire “mi dispiace” e rimandare il tutto a tempi meno incerti. Ma per fortuna così non è stato: grazie in primo luogo alle famiglie di quei bambini, che hanno fatto sentire la loro voce “pretendendo” che si facesse di tutto per andare a prendere quei loro figli che si trovavano lì. E le istituzioni non sono state sorde a questo richiamo: il Ministero degli Esteri e la CAI si sono subito mossi per organizzare la task force che ha reso possibile il tutto, con gli Enti autorizzati a fare la loro parte. Uno sforzo collettivo che ha permesso di raggiungere il risultato più importante: portare i bambini in Italia insieme ai loro genitori, per iniziare finalmente a vivere come famiglia. Ma oltre a questo esito tangibile, un altro aspetto è da sottolineare: l’aver dimostrato nei fatti che occuparsi di quei bambini abbandonati era una responsabilità di tutti! Non solo dei loro genitori, non solo delle autorità, non solo degli enti coinvolti. Proprio di tutti noi, come società, che non possiamo distogliere gli occhi da queste situazioni. Perché l’abbandono non ha colpevoli da additare, ma miliardi di persone che ne sono responsabili. Non delle sue cause, ma delle sue conseguenze, che sono i bambini abbandonati. Occuparsi di loro, far sentire loro che c’è chi se ne interessa, chi ci pensa, chi si adopera per ridargli il diritto di essere figli… è una responsabilità di tutti! Come figli a nostra volta, come genitori. Come essere umani! Grazie, per combattere con noi ogni giorno contro il grido dell’abbandono..
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