Ciao Easy News,
abbiamo fatto compiere un altro passo avanti alla libertà di scelta fino alla fine, per le persone che soffrono. Anche grazie a te.
Dopo un mese di attesa, di pressioni del Governo contro di noi e di inerzia della politica, la Corte costituzionale si è finalmente espressa sulla nostra disobbedienza civile, ampliando la possibilità di accesso all’aiuto alla morte volontaria.
La Corte costituzionale non ha accolto la nostra richiesta di eliminare il criterio della dipendenza da trattamento di sostegno vitale per accedere all’aiuto a morire. La Consulta ha però esteso il concetto di trattamento di sostegno vitale, includendo anche trattamenti di sostegno vitali forniti da familiari e personale non medico, nonché la condizione di chi ha rifiutato tali trattamenti.
Sono grato innanzitutto alle persone malate che in questo ci hanno dato fiducia e ci hanno voluto al loro fianco in una lotta coraggiosa e carica di “speranza umana e civile”, come disse 18 anni fa Piergiorgio Welby.
Ora dobbiamo batterci, con il tuo aiuto, per far rispettare la sentenza da parte del Servizio sanitario e delle Regioni.
Per le persone che rimangono ancora escluse da questo diritto, sebbene sottoposte a sofferenze insopportabili e irreversibili, non ci arrendiamo.
Continueremo con le azioni di disobbedienza civile, per essere tutti liberi fino alla fine, come in Belgio, Olanda, Lussemburgo, Spagna.
La decisione della Corte non elimina i rischi, anche in termini di libertà personale, per noi “disobbedienti”, a partire dai sei casi per i quali potremo essere processati.
Per questo oggi ti chiedo di darci più forza in questa lotta: ogni euro raccolto potrà fare la differenza nel garantire che la libertà di scelta di ogni persona venga rispettata. Dona ora!
Quando abbiamo deciso di iniziare le nostre azioni di disobbedienza civile, lo abbiamo fatto perché non eravamo disposti a girare la testa dall’altra parte di fronte alle richieste di aiuto di persone sottoposte a una vera e propria tortura. Eravamo consapevoli dei rischi che correvamo. Nel 2019, con la sentenza 242 sull’aiuto dato a Dj Fabo, la Corte costituzionale ci aveva dato ragione. E sebbene quella sentenza abbia valore di legge, non viene ancora pienamente applicata a causa del boicottaggio del Servizio sanitario nazionale e delle Regioni.
Con la decisione di oggi la Corte amplia il campo di applicazione di quella sentenza, e rende ancora più importante battersi perché sia attuata.
Per questo motivo, oltre a confermare che rifaremmo esattamente ciò che abbiamo fatto nell’aiuto fornito a Massimiliano, siamo pronti ad affrontare i sei procedimenti giudiziari che ci attendono. In ciascuno di questi, rischiamo da 5 a 12 anni di carcere in base a una norma del 1930. E non ci fermeremo.
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