Centro regionale di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica (CRRiPOCeM)
All’ordine del giorno della III Commissione, presieduta da Mauro Vizzino, lo stato di avanzamento delle attività derivanti dalla legge regionale 21 del 2024 che stabilisce la gestione interamente pubblica del Centro regionale di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica (CRRiPOCeM), incardinato nell’organizzazione funzionale della Azienda sanitaria locale di Brindisi. A chiedere l’audizione il consigliere di Fratelli d’Italia Luigi Caroli e i sindacati della funzione pubblica interessati in particolare alle sorti occupazionali dei lavoratori dipendenti o a contratto attualmente impiegati dalla Fondazione San Raffaele, che da 24 anni gestisce la struttura di riabilitazione per motulesi e neurolesi.
I sindacati Fp Cgil, Cisl, Uil e Uil Tucs hanno chiesto, soprattutto dopo la emanazione e poi il ritiro di due delibere Asl che hanno preoccupato i lavoratori del San Raffaele, che sia garantita la transizione occupazionale per tutti, dipendenti a tempo indeterminato, a tempo determinato, consulenti o partite iva, addetti ai servizi. Sul punto la Cisl ha chiesto anche l’istituzione di un tavolo tecnico che coinvolga le rappresentanze sindacali.
Caroli ha manifestato preoccupazione non solo per il mantenimento dei livelli occupazionali ma anche per la continuità assistenziale, chiedendo ancora una volta se regione e Asl ritengano che con la posta in bilancio di 9milioni 590mila euro sia possibile riuscire a garantire tutte le prestazioni, considerando anche che mancherà l’entrata di circa 1.300mila euro del canone di locazione che il San Raffaele paga alla Asl.
Riguardo al transito dei lavoratori e ai livelli occupazioni, il direttore generale della Asl Maurizio De Nuccio insieme al direttore amministrativo Loredana Carulli, ha assicurato la piena intenzione di procedere all’assorbimento di tutte le unità, se non ad ulteriori integrazioni. “E’ chiaro – hanno evidenziato entrambi – che bisogna trovare il modo, passando anche per la verifica dei titoli e dei requisiti necessari ad un’assunzione in una struttura pubblica”.
Anche il dirigente della sezione strategie e governo dell’offerta Mauro Nicastro ha chiarito che per il personale sanitario e sociosanitario le norme nazionali e regionali offrono la copertura per un facile trasferimento. Non ugualmente semplice sembra essere per chi invece ricopre ruoli diversi (amministrativi, pulizie, etc). E proprio per affrontare questioni di diversa complessità il direttore De Nuccio ha accolto favorevolmente l’idea di un tavolo con i sindacati che si occupi di individuare le modalità più idonee ad assorbire il personale in servizio, confermando la volontà di agire in questo senso.
Sul piano concreto, se da una parte sono state ritirate le due delibere che “avevano uno scopo prettamente ricognitivo e servivano – nelle more della definizione del piano attuativo – ad individuare figure temporanee necessarie ad assicurare la continuità assistenziale”, ha spiegato Carulli, dall’altra si accelerato sulla definizione del piano attuativo, che è “praticamente pronto” e all’interno del quale sarà individuato anche il responsabile sanitario della struttura.
Sul piano finanziario Nicastro ha evidenziato che, “sulla base del personale oggi in servizio e rapportando il numero e le qualifiche al costo dei contratti pubblici, per le qualifiche attualmente presenti si sviluppa una stima di circa circa8 milioni e 700mila euro. Si ritiene poi che si creerebbero delle economie di scala, dovute al possibile impego delle figure professionali in servizio anche in altre attività, si sviluppa una stima di 7 milioni 770milaeuro circa, quindi una cifra al di sotto del costo oggi sostenuto”.
L’imminente adozione del piano attuativo che porrà le basi del passaggio dalla gestione dal San Raffaele – esercitata da anni sulla base di una sperimentazione gestionale stabilita da ultimo nel 2008 e i cui termini sono considerati da regione e Asl ineluttabilmente spirati – alla Asl non ha soddisfatto le richieste del consigliere Caroli, il quale ha chiesto un immediato atto formale con il quale si disciplini il rapporto in essere con il San Raffaele.
Nuovo Ospedale Nord barese
Quando sarà portata in consiglio comunale la variante al piano urbanistico generale necessaria alla realizzazione del nuovo ospedale del Nord Barese? Questa, in sintesi, la richiesta del consigliere Filippo Caracciolo nell’audizione in III Commissione della direzione generale della Asl Bat e del sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano. Il sindaco ha assicurato che i tecnici del Comune stanno effettuando gli studi preliminari necessari e che non appena arrivano i documenti da parte dell’Asl, il Consiglio comunale può procedere. La direttrice della Asl Bat, Tiziana Dimatteo ha riferito che entro la fine del mese la documentazione sarà opportunamente trasmessa. “Una stima plausibile – ha rilevato Caracciolo – farebbe pensare che entro i primi dieci giorni di agosto si possa approvare la variante. E’ necessario procedere con la massima rapidità”.
Nuovo Ospedale di Andria
Su richiesta del consigliere Pd Filippo Caracciolo si è tornati sul cronoprogramma per la realizzazione del nuovo ospedale di Andria, già oggetto di numerose audizioni sia in I Commissione, presieduta da Fabiano Amati, sia in III Commissione, presieduta da Mauro Vizzino.
L’audizione del direttore generale dalla Asl Bat, Tiziana Dimatteo, del rup Carlo Ieva e del responsabile per Asset Vito Antonio Lomoro, ha evidenziato come, rispetto al cronoprogramma illustrato il 6 maggio scorso in I Commissione, si è registrato un ritardo di circa 60 giorni. L’adeguamento progettuale, resosi necessario per ottemperare al nuovo Piano clinico gestionale, con un quadro economico ridotto, che sembrava richiedere non più di una decina di giorni, non è stato ancora concluso, sebbene, assicurano i responsabili della Asl, sia alle battute finali. Di conseguenza sono slittati anche i 90 giorni dalla sottoscrizione del contratto aggiuntivo per chiudere la verifica da parte di Asset per il 75% dell’opera e nei successivi 15 giorni con la verifica del restante 25% dell’opera. “Abbiamo predisposto l’atto aggiuntivo al contratto di progettazione – ha assicurato Dimatteo – Sono state necessarie interlocuzioni lunghe, per ridimensionare le attività del nuovo piano clinico gestionale”.
Tempo non necessariamente perso, ha evidenziato Caracciolo, facendo riferimento alla determinazione della Asl di affidare all’attuale gruppo progettuale anche il progetto esecutivo – elemento che ha permesso un maggiore ribasso – che dovrebbe permettere una notevole riduzione dei tempi.
Per poter contare su tempi più certi Caracciolo ha chiesto una nuova audizione con la direzione Asl Bat per la prossima settimana, in seduta congiunta I Commissione e III Commissione, al fine di avere un cronoprogramma definito e verificabile.
Piastra oncoematologica dell’ospedale “Dimiccoli” di Barletta
Ultima audizione all’ordine del giorno, richiesta sempre da Filippo Caracciolo (Pd), quella relativa all’aggiornamento dell’iter per la realizzazione della piastra oncoematologica dell’Ospedale “Dimiccoli” di Barletta.
“L’iter amministrativo è avviato – ha detto la direttrice generale della Asl Bat Tiziana Dimatteo – entro fine luglio sarà pubblicato il bando per la progettazione dell’opera. Si tratta di una piastra su 2500mq con 16 posti letto oncologia e 20 posti letto per l’ematologia. Ci saranno inoltre 30 poltrone di infusione oncologica, 12 poltrone di infusione ematologica e 4 sale dedicate al trapianto, a fronte del due esistenti”.
“Tra tempi di progettazione (tre/quattro mesi), verifica e validazione ed esecuzione dei lavori – ha detto id direttore dell’Area tecnica della Asl Carlo Ieva – possiamo stimare che entro il 2026 la piastra sarà ultimata”.