Le Copertine
di Binaria #51
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«Diciamolo chiaramente: situazioni come quelle descritte in questo libro sono possibili perché, a più di settantacinque anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ci sono ancora vite che valgono meno di altre. Ci sono ancora persone considerate meno umane di noi. Questo si chiama razzismo».
È come sempre limpido, netto, inequivocabile nelle sue parole don Luigi Ciotti, autore della Prefazione del nuovo libro del giornalista e scrittore Luca Maria Pernice Schiavi d’Italia. Caporalato, diritti negati e speranze in uno dei ghetti più grandi d’Europa. Foggiano, Pernice da sempre richiama l’attenzione su eventi o fenomeni problematici del territorio in cui vive, convinto che solo attraverso la conoscenza e la cultura sia possibile costruire una società più giusta e responsabile.
L’Autore è entrato nel ghetto pugliese di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, in cui vivono circa duemila braccianti, soprattutto nordafricani.
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In questo luogo off limits, ha visto le disastrose condizioni di vita nella baraccopoli e ha parlato con alcuni migranti. Tante le storie che si sono incrociate, tanti i racconti e i ricordi: i Paesi di origine, la disumana povertà e le guerre; il duro lavoro nei campi, spesso fatto di dodici ore al giorno, per pochi euro l’ora; i molti sogni infranti. Sono storie di donne e uomini, schiavi del XXI secolo, vittime del traffico di esseri umani, di meccanismi di oppressione ed emarginazione, del sistema del caporalato che calpesta i loro diritti. Ma in queste pagine non c’è solo dolore. C’è anche la loro speranza di libertà: liberi dallo sfruttamento, liberi di vivere con dignità. Una speranza che può avanzare anche grazie al contributo della società civile e alla presa di coscienza di ogni singolo cittadino.
Roberto Morgese invece è autore di moltissimi libri per bambini e ragazzi e nel suo ultimo Io non ho padroni ci racconta la storia di Morathi che a quindici anni, per colpa della guerra civile deve fuggire dal Camerun. Sbarca clandestinamente in Puglia e inizia a lavorare nei campi sotto padrone, raccogliendo ortaggi per dodici ore al giorno e dormendo in baracche di fortuna, in balia di caporali senza scrupoli che sfruttano gli immigrati come lui. Un giorno Mimmo, il braccio destro del padrone, gli propone un lavoro diverso: andare a vendere la frutta e la verdura nei paesi vicini. Dopo tanto tempo, Morathi rivede scene di vita normale, fa nuove amicizie, entra in una scuola dove desidera ricominciare a studiare… Piano piano, il sogno di un futuro migliore si affaccerà di nuovo nella sua vita, ma per realizzarlo Morathi dovrà liberarsi dalle catene dei caporali lottando per avere un contratto di lavoro per sé e per tutti i braccianti come lui.
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NARRATIVA Mammi, Voci dal piano di sotto, Quodlibet – Crilly, Il giardiniere di Wimbledon, Feltrinelli – Guenassia, Sarà quel che sarà, Salani – Piglia, Bersaglio notturno, Sur – Markaris, La violenza dei vinti, La Nave di Teseo
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SAGGISTICA Aavv, Migrazioni verticali, Donzelli – Ehrenreich, Una storia della gioia collettiva, Eleuthera – Hanrahan, Gargoyle, cronache di guerre, prigioni e rivolte, Nero – Traverso, Gaza davanti alla storia, Laterza – Aavv, A fuoco, Mimesis
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INFANZIA Higgins, Non si mangiano i compagni di classe, Nord-Sud – Dulak, Cobb, In viaggio con la tigre, Mondadori – Campbell, Jones, La buffa vita degli animali, Giunti – Parr, Oscar e io, Beisler – Beck, La cacciatrice di perle, Salani
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QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA
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Ad ognuno il suo Nord si potrebbe dire: basta guardare la copertina del libro di Felisberto Hernandez appena ripubblicato da La Nuova Frontiera per capire il punto di vista di un sudamericano rispetto ai punti cardinali e a quello che rappresentano. Nuestro Norte es el Sur si può leggere sui muri di Buenos Aires, a rivendicare la loro appartenenza al Sud del mondo.
In questo numero delle copertine abbiamo voluto simbolicamente accostare due libri di recente pubblicazione che ci giungono da luoghi molto distanti tra loro, due letterature agli antipodi, dal punto di vista geografico, ma anche dello stile, inconfondibilmente sudamericano da un lato e totalmente “nordico” dall’altro.
Dalla Norvegia, profondo Nord boreale, il nuovo libro di Dag Solstad, gigante della letteratura scandinava. Per farsi un’idea del personaggio si può leggere questo bell’articolo di Angelo Ferracuti.
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Nei suoi quattro libri pubblicati in Italia racconta il declino dell’intellettuale, la fine della cultura, e l’affermarsi di una società dello spettacolo, quella dell’individualismo proprietario. Anche il quinto libro, Armand V. (sempre pubblicato da Iperborea), si inserisce nello stesso solco: il protagonista, dopo una brillante carriera come diplomatico, si ritrova a fare i conti con la maschera che ha sempre portato, che lo ha reso un servitore impeccabile degli interessi del suo paese al prezzo di svuotarlo come persona, riducendolo a un cinico giocatore capace di «sacrificare» perfino il figlio.
Per conosce meglio Felisberto Hernandez invece consigliamo questo interessante articolo di Livio Santoro. Quando si legge di Hernández, infatti, ci s’imbatte spesso in una pletora di corrispondenze che mettono in relazione la carta e la vita, come se i racconti dell’autore uruguaiano non fossero altro che capitoli di un malinconico (e tuttavia garbatamente ironico) diario disseminato nel tempo, autobiografia dell’isolamento immensa e mascherata.
Nessuno accendeva le lampade è una nuova edizione di questa raccolta di racconti con i quali l’autore sorprende il lettore con immagini sconcertanti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell’essere umano acquistano vita propria.
Si potrebbe chiudere il cerchio con le parole di Italo Calvino su Hernandez: “Non somiglia a nessuno: a nessuno degli europei e a nessuno dei latinoamericani, è un “irregolare” che sfugge a ogni classificazione e inquadramento ma si presenta ad apertura di pagina come inconfondibile”. Ad ognuno il suo Nord.
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