da Pictet WM – Aggiornamento macro: paura per la crescita e rischi di recessione

Buon pomeriggio,

inviamo il commento “Aggiornamento macro: paura per la crescita e rischi di recessione” a cura di Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management.

Di seguito una breve sintesi in italiano e in allegato il commento completo in inglese.

Restiamo a disposizione.

Un caro saluto,

 

Lucrezia Pisani

+39 3476732479

 

Aggiornamento macro: paura per la crescita e rischi di recessione  

I rischi macroeconomici sono in aumento, ma i dati attuali non giustificano un taglio dei tassi della Fed di 50 punti base a settembre, né un taglio anticipato inter-meeting

 

  • Il rapporto sull’occupazione di luglio negli Stati Uniti ha evidenziato un aumento dei posti di lavoro inferiore alle attese e un ulteriore incremento della disoccupazione che ha fatto scattare la regola di Sahm. I timori di recessione sono aumentati bruscamente e i mercati hanno rapidamente prezzato circa 125 punti base di tagli entro la fine dell’anno, con alte probabilità di un taglio inter-meeting prima del FOMC di settembre.
  • Ci aspettavamo già un rallentamento della crescita statunitense al di sotto del trend nel secondo semestre, con rischi di ribasso. Ora ci aspettiamo tre tagli dei tassi di 25 punti base nelle riunioni di settembre, novembre e dicembre. L’aumento del rallentamento del mercato del lavoro e i progressi nella disinflazione suggeriscono che la politica monetaria potrebbe essere eccessivamente restrittiva e un ritorno più rapido alla neutralità è appropriato dal punto di vista della gestione del rischio.
  • Tuttavia, non riteniamo che i dati attuali giustifichino un taglio dei tassi di 50 punti base da parte della Fed a settembre, o un taglio anticipato inter-meeting, né vediamo la recessione come lo scenario base. In primo luogo, ci aspettiamo un parziale rimbalzo legato alle condizioni atmosferiche nei dati sull’occupazione di agosto. In secondo luogo, i dati concreti sulla spesa e sui bilanci suggeriscono un mercato del lavoro che si sta raffreddando in modo ordinato. I dati dei sondaggi sono stati fuorvianti per più di un anno. Infine, perché si verifichi un taglio eccessivo o anticipato, il FOMC dovrebbe avere visibilità su più di un mese di dati per poter estrarre i segnali dal “rumore” generale, o assistere ad una significativa dislocazione nel mercato del credito.
  • Consideriamo il ciclo di allentamento della Fed come una normalizzazione delle politiche, non come un salvataggio del mercato del lavoro. Tuttavia, il rischio in caso di piena occupazione in un contesto di basse assunzioni e bassi licenziamenti è che la disoccupazione aumenti in modo non lineare, portando a un circolo vizioso di perdita di posti di lavoro e di reddito. Se l’evidenza dei licenziamenti dovesse aumentare ulteriormente o le condizioni finanziarie inasprirsi inaspettatamente con conseguente stress creditizio, allora un taglio di 50 punti base e un ciclo di allentamento simile alle recessioni passate diventerebbero più probabili.
  • Prevediamo ancora che la BCE e la BoE taglieranno i tassi due volte quest’anno, rispettivamente al 3,25% e al 4,5% entro la fine dell’anno, con il rischio di un ulteriore allentamento. Ci aspettiamo, inoltre, che la BNS taglierà i tassi all’1% a settembre, con il rischio di un taglio più consistente e di interventi valutari per mitigare la forza del CHF.

 

 

ENGHLISH VERSION

Macro update: growth scare vs. recession risks  

Macro risks are building to the downside, but current data doesn’t warrant a 50bps Fed rate cut in September, or an inter-meeting cut beforehand

 

  • The July employment report in the US showed softer-than-expected job gains and a further rise in unemployment that triggered the Sahm rule. Recession concerns rose sharply with markets quick to price in around 125bps of cuts by year-end, and high odds of an inter-meeting cut before the September FOMC.
  • We were already expecting a slowdown to below-trend growth in the US in H2, with downside risks. We now expect three 25bps rate cuts at the September, November, and December meetings. Increased labour market slack and progress on disinflation suggest monetary policy could be overly restrictive, and a quicker return to neutral is appropriate from a risk-management perspective.
  • However, we don’t think current data warrant a 50bps rate cut from the Fed in September, or an inter-meeting cut beforehand, nor do we see recession as the base case. First, we expect a partial weather-related rebound in the August employment data. Second, hard data on spending and balance sheets suggest a labour market that is cooling in an orderly fashion. Survey data has been misleadingly soft for more than a year. Lastly, for an outsized/inter-meeting cut to happen, the FOMC would need to see more than one month of data to extract signals from the noise, or significant dislocation in the credit market.
  • We view the Fed easing cycle as policy normalisation, not labour market rescue. However, the risk at full employment in an environment of low hiring and low firing is that unemployment rises nonlinearly, leading to a vicious cycle of job and income losses. If evidence of layoffs increases further or financial conditions tighten unexpectedly with credit stress, then 50bps and an easing cycle resembling past recessions would become more likely.
  • We still expect the ECB and the BoE to cut rates twice more this year, to 3.25% and 4.5%, respectively, by year-end, with risks tilted towards more easing. We also expect the SNB to cut rates to 1% in September, with risks tilted towards a larger cut as well as FX interventions to mitigate CHF strength.

 

 

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